martedì 17 febbraio 2015

Barefoot Gen (Gen di Hiroshima): Recensione

  Titolo originale: Hadashi no Gen
Regia: Mori Masaki
Soggetto: basato sull'omonimo manga di Keiji Nakazawa
Sceneggiatura: Keiji Nakazawa
Character Design: Kazuo Tomisawa
Musiche: Kentarou Aneda
Studio: Madhouse
Formato: film cinematografico
Anno di uscita: 1983 


Anche se spesso guardando anime recenti ho la vaga impressione che i giapponesi l'abbiano dimenticato, la tragedia di Hiroshima e Nagasaki è stata una delle più grandi ferite ricevute dal loro popolo. Tale nefasto evento è stato ricordato nella maggiorparte degli anime e manga che vanno dagli anni '60 fino agli inizi del ventunesimo secolo - tra i più recenti mi torna subito in mente l'apocalittico e validissimo "Saikano" -. Sopratutto durante il periodo della guerra fredda, in cui la minaccia atomica era temuta in tutto il mondo, nell'animazione giapponese fiorivano molte opere apocalittiche e impegnate sull'argomento. "Barefoot Gen"si colloca perfettamente in questo tipo di opere (non a caso è uscito nel 1983, lo stesso anno di "Dunbine", l'anime di Tomino in cui è presente uno dei più grandi moniti autorali nei confronti della guerra e delle armi nucleari). Siamo di fronte ad un lungometraggio tratto dall'omonimo manga autobiografico di Keiji Nakazawa. Autobiografico, è questa la parola che sconvolge: quello che vedremo in "Barefoot Gen" è la vera e propria testimonianza di un bambino riuscito a sopravvivere alla tragedia nucleare di Hiroshima.


Allo stesso modo di"Grave of the Fireflies" di Isao Takahata, "Barefoot Gen" racconta la guerra vissuta dalle persone comuni. Gen, l'alter ego di Nakazawa da bambino, è uno dei tre fratelli di una comune famiglia come tante altre, la quale vive in tempo di guerra. Malnutrizione, inquietanti sirene le quali avvisano la popolazione dell'imminente bombardamento, proibizioni di vario tipo... questa è la realtà della povera gente la quale non può in alcun modo opporsi alle decisioni dei potenti. Gli oscuri, inquietanti ed impersonali aerei americani, i quali compiono iteratamente bombardamenti a tappeto, fanno da pesante contrasto alla spensieratezza di due bambini allegri e innocenti, i quali vanno a rubare una carpa nel laghetto di un santuario buddhista per non far morire di fame la loro mamma (prendendosi pure una buona dose di legnate dal monaco che li scova). Nel film si respira un'insolita e veritiera atmosfera di tensione, resa molto bene sia dalla natura autobiografica della storia che dalle ottime musiche ed effetti sonori, i quali contribuiscono ad infondere un'angoscia molto marcata allo spettatore.


I raid aerei avvenivano in modo molto regolare; la gente veniva avvisata dai tetri suoni delle sirene, mollava tutto e si rifugiava nel sottosuolo. L'attacco nucleare invece no. Avvenne in pieno giorno, quando le persone comuni non se lo aspettavano. Il "Little Boy" fu sganciato su Hiroshima da un aereo monolitico, solitario là nel cielo azzurro, quanto mai assimilabile ad un tetro angelo meccanico portatore di morte e distruzione. In tutta la sua crudezza e realismo, la scena dello sgancio della bomba atomica su Hiroshima di "Barefoot Gen" è una delle visioni che più rimangono impresse nella propria carriera di appassionati di anime. Prima della caduta del "Little Boy", le formiche avevano percepito l'imminenza della catastrofe, ed avevano manifestato strani comportamenti uscendo in massa dai loro nidi; dopodiché, con grande angoscia, si assiste alla letterale vaporizzazione di una madre con i figli piccoli in braccio; gli occhi cascano giù dalle orbite ondulando e disintegrandosi a loro volta; un cane impazzisce, sbava, lancia latrati acuti ed angoscianti, si agita con gli occhi fissi e iniettati di sangue, viene a sua volta distrutto, annichilito; le vetrate dei negozi si frantumano e le schegge di vetro si piantano nella pelle, negli occhi, nella bocca, nelle braccia, nelle gambe di uomini, donne e bambini; un cavallo sbizzarrito prende fuoco e si sfracella stridendo dal dolore. Ma le più gravi conseguenze si manifestano dopo l'esplosione: i soldati evacuano sangue, perdono i capelli, muoiono tra atroci sofferenze per l'intossicazione radioattiva; arrivano piogge avvelenate che uccidono immediatamente i poveri disgraziati che ne bevono l'acqua - uomini prima sani, con la loro vita e i loro affetti, che adesso paiono zombi dalle carni putride, bruciate, nerastre, dai volti e dalle fattezze mostruose -. Scene del genere, anche se in parte falsate dalla finzione intrinseca al mezzo di comunicazione "anime", rimangono impresse per giorni, danno ampi spunti di riflessione su quanto la guerra - quella vera, vissuta, non quella su cui si fanno tante belle parole, entusiasmi, filosofia e idealizzazioni - sia lo schifo più totale, una grandissima porcata in grado di produrre innumerevoli raccapriccianti abomini.


"Barefoot Gen" riesce a non scadere nell'antiamericanismo fine a sé stesso. La brutta figura la fanno pure i politici giapponesi. Nel film viene ribadito più volte come le alte sfere del governo abbiano rifiutato di arrendersi immediatamente dopo i bombardamenti a tappeto, ripetendo nuovamente lo stesso errore dopo la tragedia di Hiroshima. Questa negligenza causerà nuovamente dolore, morte e disperazione, con il successivo attacco nucleare americano a Nagasaki. Dopodiché, resa incondizionata. L'umiliazione più totale ai danni di un popolo fiero, orgoglioso, assai chiuso nella sua stessa tradizione e cultura. Gli anime e manga degli anni '60 e '70 saranno i più influenzati dalla tragedia del dopoguerra giapponese; in essi domineranno il melodramma, le atmosfere cupe (si pensi alla distruzione che aleggia nella prima serie di Casshern del '73), la povertà, l'ambivalenza nei confronti della scienza (caratteristica anch'essa presente nel celebre esempio di Casshern, così come nell'opera di Go Nagai e di molti altri autori del periodo). Lo stesso manga originale di "Barefoot Gen" si colloca in questa corrente di umiliazione, tristezza e dolore di un'intero popolo.


Essendo tratto da un manga abbastanza consistente, a parte la scena del bombardamento atomico e delle sue conseguenze, per quanto riguarda le vicende autobiografiche dell'autore/Gen, il tutto sembra abbastanza compresso, ed il finale, per quanto sia ottimista e carico di speranza verso le nuove generazioni, pare un po' troppo "tagliato", incompleto. Esiste tuttavia un sequel del film, "Barefoot Gen 2", il quale traspone in animazione degli eventi addizionali mutuati dal manga. Spesso in questo film le reazioni psicologiche dei personaggi alla tragedia paiono un po' inverosimili, come ad esempio quelle di Gen, il quale riesce a guardare avanti nella vita con un'insana forza di volontà nonostante abbia vissuto una delle esperienze più devastanti in assoluto. Oppure quelle delle madre, la quale si ritrova sul punto d'impazzire dalla disperazione e poco dopo è tutta tranquilla e serena in mezzo all'inferno. Molto probabilmente in un film di circa un'ora e mezza non c'è stato modo di rendere l'idea del tempo necessario alle persone per guarire le ferite dell'animo; oppure, data la natura autobiografica dei fatti, può essere che le persone attorno a Gen siano state veramente così forti dentro da riuscire a rimanere tutte d'un pezzo dopo aver vissuto molteplici traumi devastanti. Tetre vicende in grado di frantumare la psicologia della persona più equilibrata e sana di mente sulla faccia della terra (quella di "Barefoot Gen" era comunque un'altra generazione, quanto mai temprata dalla durezza della guerra). Tuttavia, a mostrare cosa veramente vuol dire "bombardamento nucleare su civili", "Barefoot Gen" riesce alla grande, tra l'altro con un'ottima regia. Ed è per questo che consiglio il film, il quale andrebbe fatto vedere nelle scuole al fine di far riflettere un po' i bambini (e anche gli adulti, i quali spesso hanno ancora meno coscienza dei pargoli e si dimostrano assai più ottusi di loro).











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