giovedì 1 gennaio 2015

Golgo 13: The Professional: Recensione

 Titolo originale: Gorugo 13
Regia: Osamu Dezaki
Soggetto: basato dall'omonimo manga di Takao Saito
Sceneggiatura: Shûkei Nagasaka
Character Design: Akio Sugino
Musiche: Toshiyuki Omori
Studio: Tokyo Movie Shinsha
Formato: film cinematografico
Anno di uscita: 1983


"Golgo 13: The Professional" è il primo adattamento cinematografico del celebre manga hard-boiled di Takao Saito, ed è diretto dall'illustre Osamu Dezaki, uno dei più grandi registi dell'animazione giapponese di tutti i tempi. Il film traspone attraverso uno stile estremamente autorale una vicenda autoconclusiva incentrata sulla figura del freddo sicario Duke Togo, il quale si ritroverà coinvolto in una spirale di violenza indotta da una diatriba interna alla mafia. 


Siamo di fronte ad un vero e proprio capolavoro di regia: "Golgo 13: The Professional" è indubbiamente uno degli apici cinematografici di Osamu Dezaki. Si assiste alla frammentazione della prospettiva con split screen di tutti i tipi, sia diagonali che orizzontali e verticali; le inquadrature si fanno progressivamente sempre più serrate, inclinate ed opprimenti, in modo da accentuare l'atmosfera estremamente cupa ed angosciosa che avvolge l'oscura vicenda rappresentata. Il character design dell'onnipresente Akio Sugino contribuisce al "nero" mood dell'opera con donne bellissime e maledette, criminali dalle espressioni demoniache e dallo sguardo truce e malvagio, uomini tormentati dal volto afflitto. 


Ogni singola scena del film è a mio avviso perfetta, ed evidentemente è stata studiata nei dettagli in modo da creare un bagno di sensazioni, di emozioni, di particolari sfuggenti che vanno a formare un mosaico estremamente tetro e senza speranza. "Golgo 13" infatti è puro gekiga, un genere estremamente adulto, sanguinoso e dalle tematiche impegnate. Non viene fatto alcuno sconto allo spettatore, ed ovviamente l'intero film è un bagno di sangue pieno di morte e disperazione, con tanto di una raccapricciante scena di stupro in grado di far sospendere immediatamente la visione allo spettatore più sensibile. 


Nell'opera prende il sopravvento il lato più nichilista e pessimista di Osamu Dezaki, il quale tuttavia sembra essere alla costante ricerca del bello anche nell'inferno più totale: si pensi alle splendide scene d'amore, in particolare a quella estremamente significativa nella quale Duke Togo e la sua donna hanno un rapporto sessuale in secondo piano, nell'ombra, mentre in primo piano le luci della città che colpiscono la parete della loro stanza formano delle figure geometriche astratte in movimento. L'espressionismo tipico di Dezaki è in grado di creare atmosfere e commistioni uniche, le quali fondendosi alle immagini riescono a penetrare direttamente nell'inconscio di chi sta dall'altra parte dello schermo. Allo stesso modo di "Ashita no Joe", in "Golgo 13: The Professional" la luce è quasi completamente assente: anche quando le vicende si svolgono di giorno sembra che in realtà si svolgano di notte, in un buio cangiante che parla da sé comunicando un marcato ed angoscioso pessimismo: il regista fa parlare direttamente le immagini, senza aver bisogno di ricorrere ad alcun onanismo intellettuale di sorta.


A livello di tematiche, nel film è presente un tragico rapporto tra padre e figlio tipicamente giapponese nella sostanza, nonché una condanna al culto della ricchezza e del potere, tema molto caro a Osamu Dezaki sin dagli anni settanta. Ovviamente la vicenda si snoda attraverso lo scibile tipico dei film noir e hard-boiled, eccellendo nell'utilizzo dei cliché tipici del genere, come ad esempio femme fatales, intrighi tra stato e mafia, sparatorie, eclatanti colpi di scena degni dei migliori thriller. 


E' da notare che nel film compare una scena realizzata interamente in computer grafica, evidentemente una delle prime della storia, la quale, data la sua bassissima ricchezza di dettagli, stona completamente con i sacrosanti disegni realizzati interamente a mano. Sembra proprio che Dezaki con questo film abbia voluto spingersi verso nuove frontiere di sperimentazione cinematografica: nella storia dell'animazione giapponese gli anni ottanta fuorono senz'altro seminali per quanto concerne lo sviluppo di nuove tecniche registiche, di animazione e di design.


In conclusione, oltre ad essere un manuale di regia e di espressionismo, "Golgo 13: The Professional" è anche un'ottimo film noir, e mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti del genere. Consiglio anche l'omonimo manga, che in Italia è stato edito da J-POP, la quale ha reso disponibili nella nostra lingua due raccolte di storie autoconclusive mutuate dagli innumerevoli volumi usciti in Giappone: un cofanetto di tre volumi con delle storie scelte dall'autore ("Author's Selection) e un altro cofanetto di tre volumi con delle storie scelte dai lettori ("Readers' Selection). 








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