sabato 17 gennaio 2015

Giant Robot: Il giorno in cui la Terra si fermò: Recensione

 Titolo originale: Giant Robo The Animation - Chikyū ga Seishisuru Hi
Regia: Yasuhiro Imagawa
Soggetto: Yasuhiro Imagawa, ispirato alle opere di Mitseru Yokoyama
Sceneggiatura: Yasuhiro Imagawa, Yasuto Yamaki, Eiichi Matsuyama
Character Design: Toshiyuki Kubooka
Mechanical Design: Takashi Watabe
Musiche: Masamichi Amano
Studio: Mu Animation Studio
Formato: serie OVA di 7 episodi
Anni di uscita: 1992 - 1998


Gli Shizuma Drive sono delle capsule in grado di produrre energia illimitata senza danneggiare l'ecosistema, e costituiscono la fonte energetica primaria utilizzata dall'umanità. Dieci anni prima degli eventi narrati nella serie, un team di scienziati guidato dal professor Shizuma creò questo oggetto rivoluzionario; tuttavia, durante un esperimento assolutamente necessario alla realizzazione di una nuova rivoluzione energetica, avvenne una catastrofe che per poco non distrusse il pianeta: una vera e propria apocalisse nella quale vennero uccise milioni di persone innocenti. Nel presente, il misterioso Gruppo BF intende ricreare l'evento, utilizzando una potente arma sepolta nel sottosuolo a forma di bulbo oculare: toccherà al robot gigante alimentato ad energia nucleare comandato dal giovane Daisaku difendere la terra da tale minaccia. Chi si nasconde dietro al Gruppo BF? Perché esso vuole innescare nuovamente l'arcana tragedia? I legami tra i personaggi e i risvolti della trama saranno imprevedibili: che lo spettacolo abbia inizio!


Nel panorama degli OAV per otaku di seconda generazione che andavano di moda dalla seconda metà degli anni ottanta alla prima metà degli anni novanta, "Giant Robo: The Day the Earth Stood Still" costituiva indubbiamente un fulmine a cielo sereno. Il suo creatore, Yasuhiro Imagawa, ignorò completamente le tendenze in voga al momento, e decise di rielaborare alcune opere degli anni settanta in modo molto personale ed eccentrico, stravolgendole completamente e creando un prodotto a tutti gli effetti mai visto prima. "Giant Robo: The Day the Earth Stood Still" è in primis un personalissimo omaggio a tutta la carriera del grande pionere dei manga fantascientifici Mitseru Yokoyama: la leggenda narra che a Imagawa fu proibito di utilizzare i personaggi del manga originale di "Giant Robo" a parte il protagonista Daisuke, il suo robot e il nome dell'antagonista, Big Fire; ciononostante, il regista chiese direttamente a Yokoyama il permesso per poter utilizzare come personaggi rimanenti tutti quelli appartenenti alle sue opere tranne "Giant Robo". Il resto è storia. Nasce "Giant Robo: The Day the Earth Stood Still", una rielaborazione postmoderna in cui tutta l'opera di Yokoyama - "Mars", "Akakage" e "Babil Junior" inclusi - viene citata in un pirotecnico delirio visuale d'avanguardia. La storia scritta da Imagawa riprende tutti i cliché tipici della vecchia scuola dell'animazione, come ad esempio l'ambivalenza nei confronti della scienza, il disastro nucleare e l'incombente apocalisse; ma tali tematiche vengono sviscerate in modo quanto mai distante dallo stile classico dei manga di Yokoyama: "Giant Robo: The Day the Earth Stood Still" è a tutti gli effetti una serie anni novanta, la quale appartiene ad un contesto in cui negli anime non era raro trovare postmodernismo, citazionismo, introspezione dei personaggi ed una certa dose di esistenzialismo; tutte caratteristiche le quali riflettevano i cambiamenti in corso nella società giapponese di allora.


Esplosioni, frenesia, trama intricatissima, regia farneticante - oserei dire da crisi epilettica -; ma allo stesso tempo sapore di tragedia greca, superpoteri, personaggi che spuntano fuori da tutte le parti e che distruggono tutto a colpi di Kung Fu... insomma, la magnum opus di Imagawa non può lasciare indifferenti. Il design riprende il tratto tipico di Yokoyama, reinterpretandolo in modo opportuno, con classe e stile; le scene d'azione, nella loro completa mancanza di realismo, sono in grado di annichilire lo spettatore con la loro inaudita esagerazione. Come precedentemente accennato, la regia è qualcosa di geniale, ed utilizza uno stile letteralmente psicopatico, in cui tutto è calcolato alla perfezione, a partire dai deliranti effetti di luce/buio iterati a oltranza sino alle inquadrature schizofreniche e ai primi piani intensi della dolce Ginrei - vera e propria eroina tragica dal grande carisma la quale, nonostante il suo status di sex symbol, non scade mai nel volgare.


"Giant Robo: The Day the Earth Stood Still " non è solo azione, ma anche sostanza. Uno dei temi principali dell'opera è il legame padre-figlio: i due principali protagonisti, Daisuke e Ginerei, hanno ricevuto una determinata eredità dal rispettivo padre scomparso - il primo il Giant Robo, la seconda lo Shizuma Drive - che non sanno impiegare nel modo oppurtuno, siccome non comprendono la volontà del genitore. Tutta l'opera si snoda attraverso drammi familiari dovuti alla mancanza di comunicazione tra genitore e figlio, sino al grande, ultimo, supremo e annichilente fraintendimento della volontà paterna che innescherà la tragedia finale. L'opera è altresì un viaggio di formazione del piccolo Daisuke: dall'iniziale comprensione della volontà paterna egli passerà alla totale indipendenza da essa, con conseguente maturazione e passaggio all'età adulta. Il punto chiave della serie, tuttavia, è un'altro: può esistere felicità senza alcun sacrificio?, può nascere una nuova era senza alcuna tragedia? Soltanto sacrificando la vita di milioni di persone gli scienziati guidati dal dottor Shizuma riuscirono ad inaugurare un'era di prosperità e benessere. La riflessione di Imagawa sull'ambivalenza della scienza e sulla sfortuna ontologica dell'uomo tornerà più volte su questo punto: lo stesso finale della serie fa intendere una visione dolce e allo stesso tempo amara della dicotomia distruzione/ricostruzione tanto cara al popolo giapponese del dopoguerra.


La colonna sonora di Masamichi Amano - tra l'altro interpretata dall'Orchestra Filarmonica di Varsavia - è a mio avviso sublime: tra i drammatici ed empatici brani spicca "Tragedy Occours Again", il "Dies Irae" dell'opera, un'inno cantato in latino medievale che descrive il Giorno del Giudizio secondo l'escatologia Cristiana - musica quanto mai adatta ai grigi e deliranti flashback apocalittici della grigia "Tragedia di Bashtarle", l'apocalisse che scoinvolse il mondo prima dell'avvento della "Terza Rivoluzione Energetica" indotta dagli Shizuma Drive. Oltre ai brani di Amano, la colonna sonora di "Giant Robo: The Day the Earth Stood Still " contiene lo splendido e malinconico brano "Una Furtiva Lagrima", proveniente da "L'elisir d'amore", un'opera lirica italiana di Gaetano Donizetti risalente al lontano 1832. Per il regista, l'aria incarna uno dei principali temi di "Giant Robo": la tristezza che gli altri non possano comprendere i tuoi veri sentimenti.


In conclusione, quest'opera è qualcosa di veramente maestoso, ed eccelle sia come profondità dei contenuti che come trama, aspetti tecnici, originalità stilistica e caratterizzazione dei personaggi principali. Si tratta di un must del robotico anni novanta a dir poco epico, il quale, tuttavia, come tutte le cose, non è esente da difetti: i personaggi sono veramente troppi, e spesso non hanno lo spazio per lasciare il segno come i protagonisti della storia, rivelandosi soltanto apparizioni casuali di cui si poteva tranquillamente fare a meno; inoltre, il finale della serie risulta aperto e incompleto, nonché fine a sé stesso, in quanto si tratta di un omaggio a "Babil Junior" che c'entra poco o nulla con la tragica storia di Ginrei e Daisuke.

















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