sabato 12 luglio 2014

Fang of the Sun Dougram: Recensione

 Titolo originale: Taiyou no Kiba Dougram
Regia: Ryousuke Takahashi, Takeyuki Kanda
Soggetto: Hajime Yatate, Ryousuke Takahashi
Sceneggiatura: Sukehiro Tomita, Hiroyuki Hoshiyama, Soji Yoshikawa
Character Design: Soji Yoshikawa
Mechanical Design: Kunio Okawara
Musiche: Tooru Fuyuki
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 75 episodi
Anni di trasmissione: 1981 - 1983


Il 1981 è stato un anno di importanza storica per l'animazione giapponese. Dopo l'iniziale flop televisivo di "Gundam", la messa in onda dei tre film omonimi del 1981 fu un grande successo e inaugurò un nuovo modo di fare animazione. Il "realismo" introdotto da "Gundam" creò un nuovo genere, un nuovo modo di caratterizzare i personaggi e le vicende che li coinvolgevano, sempre più vicine alla realtà e alle nostre esperienze di vita vissuta. Seguendo questa strada, Ryousuke Tahakashi, collega di Yoshituki Tomino nel glorioso studio Sunrise di allora, volle spingersi oltre, creando un'opera robotica ancora più realistica di "Gundam" e dai notevoli risvolti politici e sociologici. Nacque allora nel 1981 "Dougram", uno dei più grandi capostipiti real robot di sempre, insieme al poliedrico "Votoms" e al già citato tominiano "Gundam".

 
L'inizio di Dougram è molto simile a quello di "Gundam": molto semplicemente, una piccola colonia spaziale, il pianeta Deloyer, rivendica la propria indipendenza nei confronti della federazione terrestre, facendo scoppiare una sanguinaria guerra civile. Tuttavia, mentre in "Gundam" gli aspetti politici, sociologici ed economici vengono trascurati e semplificati a favore di una certa spettacolarità ed epicità, in "Dougram" accade esattamente l'opposto: gli aspetti politici, sociologici ed economici fanno da padroni in tutta la serie, vengono sviscerati con notevole perizia storico/analitica e, sopratutto, non c'è veramente nulla di spettacolare. Il prodotto finale è estremamente realistico e a tratti stremante, quasi come un vero e proprio reportage di guerriglia civile.


Quella che sarebbe stata la colonia di "Side-three" senza trascurare il discorso economico/sociologico è Deloyer, che produce materie prime per la terra rappresentando una palese metafora del tipico paese sottosviluppato soggiogato dall'occidente. A molti verrà in mente di associare Deloyer a Cuba dato che anch'essa, prima della rivoluzione guidata da Fidel Castro e Che Guevara, aveva un governo fantoccio sotto la diretta influenza degli Stati Uniti, il governo Batista. Queste osservazioni sono lecite in quanto "Dougram" è una vera e propria rilettura sci-fi della guerra fredda e della rivoluzione cubana, anche se lo stesso discorso si può generalizzare ad alcune situazioni attualissime; un chiaro esempio è la questione Afghana con la sua guerriglia ed il suo governo fantoccio filoamericano. Al di là di queste considerazioni, molti saranno i rimandi alla figura del Che: Nanashi che legge il diario della motocicletta, l'aspetto fisico del leggendario J.Locke, il fatto che Crinn Cashim abbandoni la famiglia agiata per unirsi agli amici guerriglieri...
 

Sono veramente molteplici le sfaccettature presenti in questa lunga serie di 75 puntate. Non posso non ripensare all'ambiguo rapporto tra Crinn e il padre, politico di grande rilievo che vuole continuare a sfruttare Deloyer mantenendo lo status-quo; al fatto che gli stessi fornitori vendano armi a tutte le fazioni che si fanno la guerra (cosa molto realistica e attuale); al sincero idealismo dei guerriglieri rivoluzionari che si schianta contro la triste realtà dei burocrati, dei capziosi compromessi della politica e dei molteplici intrighi tra i vari gruppi di potere... Non manca inoltre l'aspetto intellettuale della rivoluzione, rappresentato dal saggio professor Samalin, i cui incisivi e memorabili discorsi sono reminescenti delle frasi dei grandi uomini del passato. Al giovane e ribelle protagonista, terrestre convertito alla causa Deloyeriana, egli dirà: "Se ragioniamo in termini di etichette, allora tu sei il nemico", evidenziando il fatto che l'umanità debba superare le discriminazioni, le incomprensioni, le "etichette" che impediscono la nascita di una società migliore. Il pensiero di Samalin è individualista, egli riconosce Crinn come individuo, come ingrediente fondamentale per la costruzione del "domani". Ogni grande idea ha bisogno di individui che la tramandino e col passare del tempo, come una valanga, questa idea renderà il mondo un posto migliore in cui vivere.


"Dougram" è senza dubbio l'anime più realistico mai realizzato. Persino il design dei personaggi è volutamente brutto: alcuni di essi sono grassi e dal faccione scimmiesco, altri sono magri e privi di attrattiva; tra questi ultimi non posso non rimembrare la ricca Daisy, ragazza innamorata di Crinn che, portandosi appresso un'enorme valigia, segue le sue gesta in giro per Deloyer sperando di reincontrarlo. Nella malinconica sigla di chiusura la vediamo staccare i petali di una margherita con un volto magrissimo, stanco, con lo sguardo assente. I suoi occhi esprimono il dolore nato dall'abbandono da parte di un amico d'infanzia verso il quale c'è sempre stato un sentimento che, ormai, difficilmente potrà germogliare. Del quale rimane solamente un "flashback", un frammento di nostalgia.


L'aspetto puramente "robotico" di questo anime è secondario; la regia preferisce lasciare ampio spazio alle strategie militari, alla politica, ai numerosi dialoghi scambiati dal grande cast di personaggi, ciascuno con una differente condizione sociale e ciascuno con un'impeccabile caratterizzazione, fin troppo realistica. Il combattimento tra i robot avviene quasi sempre negli ultimi cinque minuti di ciascun episodio e non è affatto entusiasmante. Infatti spesso la "Zanna del sole" perderà, sbaglierà la mira, finirà il carburante e sarà costretta a ritararsi. Inoltre il suo pilota si stancherà, andrà di matto, proverà rabbia e dolore in seguito ad alcune vicende personali, alterando le prestazioni del suo robot.


Siamo di fronte ad un prodotto veramente particolare, l'unico nel suo genere insieme a "Legend of the Galactic Heroes" di Noboru Ishiguro. Il lettore avrà dedotto autonomamente che la sceneggiatura di "Dougram" è lentissima, a tratti pachidermica. Questo non è un difetto, ma una delle caratteristiche che rendono questo prodotto unico. Le vicende a cui assisterà lo spettatore durante la visione sono comunque interessanti, sopratutto nelle ultime quindici puntate, piene di tensione e di colpi di scena da brividi. Devo comunque osservare che dopo un'ottima partenza, la storia rallenta un po' nella parte centrale, diventando leggermente ridondante. Inoltre sono anche presenti due filler consecutivi (avrei preferito vederli distribuiti in modo più omogeneo). Tuttavia molte vicende umane, alcune delle quali con un triste epilogo, susciteranno comunque interesse nello spettatore nonostante la lentezza della narrazione. E' ovvio che chi è abituato agli anime odierni, pieni di moe e fanservice, farà molta fatica a vedere "Dougram". In questo caso, se si trova la visione pesante ma si è comunque interessati al regista, consiglio di vedere prima "Votoms", in quanto è suddiviso in quattro archi da 13 episodi l'uno ed è molto più digeribile di "Dougram", sebbene sia stilisticamente diverso e più vicino alla fantascienza tout court che a un minuzioso reportage di guerriglia civile.


In conclusione, "Dougram" è l'esatto opposto di tutto quello che avete visto finora. Non ci sono superpoteri di vario tipo, esagerazioni, belle tipe, tamarrate ed eroi perfetti che salvano il mondo dai cattivi. Tahakashi con quest'opera vuole trasmetterci il realismo assoluto, dove non c'è alcun protagonista e dove il caso a volte può giocare brutti scherzi. Nell'acerba realtà nulla è completamente bianco e nulla è completamente nero; nell'acerba realtà dobbiamo accontentarci del grigio.












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